Valentina Visconti, Santa o Strega? Stampa

Principessa di sangue reale, Duchessa di Turenna, Beaumont ed Orleans,
accusata di stregoneria

1371. Valentina nasce nel Castello Visconteo di Pavia, da Gian Galeazzo Visconti e dalla Principessa Isabella di Valois, figlia del Re di Francia Giovanni il Buono. Quando ha pochi anni le muore la madre e viene allevata

 

dalla nonna paterna Bianca di Savoia, sorella di Amedeo VI il Conte Verde: viene subito “preparata” ad essere una protagonista delle corti del Gotico Internazionale, ricevendo una educazione “viscontea”. A quindici anni, secondo i cronisti, conosce Italiano, Latino, Francese e Tedesco e suoi insegnanti sono i docenti dell’Università di Pavia, celebre per avere anche professori “laici”: Arabi nell’Algebra e nelle Scienze Naturali, Ebrei nel Calcolo e nella Cabala, Campionesi nell’Architettura, Salernitani nella Medicina.
Francesco Petrarca è suo maestro nella corte viscontea.

1389. Valentina si sposa con Luigi di Valois, Duca di Turenna e Beaumont, fratello del Re di Francia Carlo VI; lo raggiunge a Melun, presso Parigi, dove si celebra il matrimonio il 17 di agosto. Il viaggio nuziale è unico nei tempi per l’importanza dei personaggi che la scortano, la ricchezza delle mercanzie e lo sfarzo degli abiti. Porta in dote 400.000 monete d’oro, la Contea di Asti, di cui è Domina, e un ricco corredo nel quale appaiono oggetti carichi di significato magico:
•    un fermaglio d’oro con un daino smaltato di bianco con il motto “Plus hault” (parola alchemica),
•    una damigella in smalto che tiene un’arpa d’oro ed un cane accucciato ai suoi piedi (traduzione orafa della leggenda della “dama con il liocorno”, simbolo della trasformazione degli elementi con la magia bianca),
•    due grandi vassoi in argento dorato, sbalzati e smaltati in centro, con otto leoni accucciati che afferrano teste di serpenti ingoianti uomini. (il biscione visconteo è ritenuto figura magica: l’intelligenza diabolica del serpente divora l’uomo ambizioso),
•    due mazzi di carte “Sarrazines de Lombardie” per divinazione. L’arano della Papessa rappresenta Guglielma di Boemia, eretica venerata in Milano da Manfreda Visconti, zia di Valentina. La Principessa inizia la corte del Re alla divinazione misterica con le carte.
Ad Avignone, durante un soggiorno con i familiari, il Re Carlo VI fa preparare una statua in cera con i propri lineamenti ed a grandezza naturale, come ex voto da offrire al Beato Pietro di Lussemburgo, perché tenga lontano da lui lo spettro della pazzia.
Questa identificazione fra statua in cera e persona è principio base della magia; il Re viene consigliato a ciò da Valentina.

1390. Durante una spedizione in Bretagna, mentre attraversa con le truppe la foresta di Mans, cavalcando a fianco di Luigi, il Re ha il primo accesso di follia ed uccide un cavaliere della scorta, a lui vicino.
I Nobili della Corte mormorano su una sua possessione demoniaca o sortilegio.
Premonizione di Valentina: essa “sente” la morte sul capo del marito Luigi e del Re e li avverte: dopo pochi giorni viene fermato Jean Le Porchier, un eremita che vuole avvelenare i due nobili fratelli. Gli armati trovano in una cintura dell’eremita foglie ed erbe: esse, secondo l’accusato, dovevano guarire la follia.
In realtà esse avrebbero dato la morte e l’eremita viene giustiziato.

1391. Valentina viene accusata da un frate agostiniano di aver partecipato con il marito Luigi, sotto la guida dell’Abate dei Celestini Filippo di Mezières (erudito di fama europea, in odore di stregoneria in Spagna, da dove si era portato a Parigi) a sedute di negromanzia, esorcismo, spiritismo, malefici. Sono accusati anche di aver trafugato il corpo di un impiccato per procurarsi “materiale utile ai sortilegi”.
Carlo VI, entusiasta della divinazione con le carte portata dalla cognata da Milano, fa realizzare dal miniaturista di corte Joaquin Gringonneur il mazzo conservato all’archivio del Louvre, insieme ai Tarocchi di Valentina.

1392. Nella Corte di Parigi si creano due correnti politiche: Luigi di Valois e Valentina vogliono unificare la Francia sotto il Re Carlo VI, cacciando gli Inglesi; il Duca di Borgogna Giovanni Senza Paura vuole l’unificazione dei due Regni sotto la corona inglese. La Regina lo appoggia.

1393, 28 gennaio. Si tiene il “Ballo dei Selvaggi” in cui il Re ed altri gentiluomini di corte si travestono da nudi uomini misteriosi, coperti di stoffe impeciate e ciuffi di canapa come vello. Entra il Duca Luigi nella sala in cui essi danzano fra le dame divertite: alza una torcia per riconoscere i personaggi, cade una scintilla e alcuni “selvaggi” bruciano vivi mentre il Re si salva a stento. L’Abate di Saint Denis accusa Luigi di aver organizzato questa “….festa diabolica con danze saracene…” per uccidere il Re e salire al trono al suo posto.
Valentina viene coinvolta nell’accusa di aver organizzato questo “Ballo degli Ardenti” come i sabba satanici che si tengono nelle terre lombarde.

1393. Viene invitato a guarire il Re un "presunto mago", Arnaud Guillome il quale dichiara di non poter guarire Sua Maestà perché "la malattia non cessa né per preghiere né per medicine in quanto è opera di stregoneria a lui vicina".
L'affetto e la pietà che la Principessa dimostra verso Carlo, probabilmente uniti all'uso di erbe calmanti di cui conosce bene le proprietà e gli effetti positivi che ne derivano, diventano con una bene orchestrata politica diffamatoria della Regina una accusa implicita di stregoneria.
Nelle taverne di Parigi vengono diffuse ad arte da individui prezzolati, chiamati "Caimans", voci che sia la Duchessa d'Orleans ad aver fatto il sortilegio; non solo: la si accusa di voler uccidere il Re per fargli succedere il fratello, di lei marito.
Le voci si allargano a tutto il popolo; nella difesa di Valentina il Priore di Saint Denis, Jouvenel des Ursins, sottolinea nella sua cronaca che "…mentre la corte si mostra ancora diffidente nelle accuse, le guardie del Delfino gli impediscono di accostare sua zia, la Duchessa d'Orleans, per paura di malefici.
Il popolo non ha bisogno di prove né di verità per credere ad un'accusa, soprattutto se essa solletica la sua invidia contro quelli che sono superiori a lui, e più ancora se mette in gioco il suo gusto per lo sconosciuto, la sua attrazione morbosa per il misterioso…".

1394. Valentina fa ricamare sulla manica sinistra del proprio abito e di quelli delle sue damigelle, per una festa di corte, una pianta di borragine, erba officinale che ha proprietà ritenute magiche nel Medioevo.
La Corte mormora verso questo atteggiamento della Principessa.

1395. Continuano le crisi di pazzia del Re Carlo VI, forse "pilotate" dalla Regina, quando il Re intende fare valere tutti i diritti della propria corona.
Durante questi accessi, forse causati da veleni somministratigli con l'inganno dalla consorte, l'unica persona che egli riconosce sempre è Valentina, che chiama "mia buona sorella" e che prega perché gli allievi i tormenti, accresciuti da cure empiriche ed interventi di orazioni ed esorcismi del tutto inutili. L’accusa di sortilegio verso la Principessa si consolida.
Muore un figlio di Valentina ed il popolo sostiene che sia rimasto avvelenato mangiando per sbaglio una mela preparata con sortilegi dalla Principessa e destinata al Delfino.
Il Duca di Milano, conoscendo la posizione della Corte verso la figlia, interviene e racconta lo storico di corte Jean Froissart: "…Gian Galeazzo, quando apprende il trattamento inflitto a sua figlia e le accuse del popolo, invia alla corte di Francia degli ambasciatori per difenderla.Si evita naturalmente di dare loro una risposta precisa.Allora il Duca sfida tutti coloro che oseranno accusare Valentina. Nessun gentiluomo accetta la sfida. Si preferiva nascondersi dietro le accuse del popolo."

1396. Preoccupato per la sorte e la vita di Valentina, il Duca Luigi allontana la moglie da Parigi, ed ella inizia il suo esilio fra i castelli dell’orleanese e della Loira: Asniéres-sur-Oise, Chateaunneuf-sur-Loire, Chateaux-Thierry, Amboise e Blois.

1401. Bernardo d’Armagnac, consuocero di Valentina, viene accusato di aver usato stregonerie mediante tre pupazzi in cera (nero, bianco, rosso) fabbricati a Milano, dove “…vengono modellati i più efficaci feticci per i malefizi…”.

1407, 23 novembre. La situazione politica giunge ad un punto di rottura: Giovanni Senza Paura fa uccidere Luigi in un agguato. Valentina ha un’altra premonizione: “vede” il pericolo e da Chateaux-Thierry, manda una scorta armata in aiuto del marito, indicando il luogo; questi uomini arrivano quando il crimine ormai è avvenuto e portano il corpo del valoroso Duca di Valois in una delle sue case, l'Hotel Rieux, poi nella Chiesa des Blancs Manteaux ove viene ricomposta la salma.
In seguito la Principessa apprende da un valletto del marito che Luigi, il mattino del giorno del suo assassinio, ha avuto la visione della Morte con una freccia in mano e della propria moglie che lo supplicava di non uscire. Quindi fa affrescare subito questa scena sulla parete di fondo della Cappella dei Celestini, con le imprese araldiche degli Orléans e dei Visconti e simboli magici e rituali (tale pittura è rimasta sino al 1846). Valentina chiede al Re che, durante la sepoltura in tale Cappella privata, tutti i membri della Corte rendano omaggio alla salma del marito, sicura che il mandante sia uno di loro e di poterlo provare.
Quando il Duca di Borgogna, Giovanni Senza Paura, passa di fronte al catafalco, le ferite del morto "…gettano sangue a giorni di distanza dalla morte, secondo un preciso atto di accusa accettato come probante dai giudici delle corti medioevali".
Nello sconcerto generale il responsabile è costretto a confessare ed il Re istituisce il processo contro di lui invitandolo a difendersi di fronte alla Corte ed a Valentina, che non è presente in quanto esiliata per stregoneria, ma rivendica giustizia per difendere la memoria del marito, punire il colpevole, riaffermare i diritti dei figli da parte del Re e della Francia.

1407, 12 dicembre. Il difensore di Giovanni Senza Paura, il francescano Jean Pétit, Dottore alla Sorbona, invece di difendere il colpevole attacca il defunto e accusa Luigi e Valentina di "…aver reso onori al Diavolo, vestito di marrone e di verde, ricevendo da lui una spada, una daga, un anello stregati, che erano stati immersi per dieci notti nel corpo di un morto tutto per nuocere alla salute del Re di Francia.
Inoltre il Duca Luigi ha imbevuto un anello di legno di quercia nel sangue di un gallo rosso e di una gallina bianca: chi porta su sé tale anello può fare ciò che vuole di tutte le donne che toccherà. Se usato il Venerdì Santo o nelle notti di plenilunio tale anello può avere effetti sulla pazzia del Re."

1408, 23 settembre. I diritti di Valentina vengono riconosciuti ma il Duca di Borgogna, pur essendo colpevole e condannato, occupa con le sue truppe Parigi e manda il Re in esilio.

1408, ottobre. Valentina organizza la fortificazione di Blois e dei suoi castelli. Come Duchessa d’Orlèans, ospita in quella città il Re Carlo VI e la regina, esuli.

1408, 12 dicembre. La Principessa muore, probabilmente avvelenata dai Borgognoni, dopo aver stretto a sè i figli e dato loro altre “premonizioni” per il futuro.
Richiede giustizia non solo sulla Terra e si impegna ad ottenerla in qualsiasi modo, anche nell’altra vita. Chiede che il suo corpo sia seppellito a Blois, per difendere le terre dei suoi figli e di suo marito, e che il cuore sia posto accanto a Luigi nella Cappella dei Celestini a Parigi.

1789, luglio. Le tombe di Giovanni Senza Paura, di Carlo VI, della Regina, vengono aperte ed i resti dispersi, in disprezzo verso i Reali e la Nobiltà. Quando i facinorosi irrompono nella Chiesa dei Celestini, il corpo di Luigi ed il cuore di Valentina sono stati portati altrove da mani pietose: fiori sono al loro posto.

Dal 1970 ad oggi. Ogni anno, narra la leggenda, che la fanciulla scelta per interpretare il ruolo di Valentina al Palio di Asti per il Rione San Silvestro, se animata da nobili e puri sentimenti, ha la gioia di vedere realizzato il suo più grande desiderio o di trovare l’amore vero. Dal 1970 primo anno in cui il Rione sceglie di tributare onore a questo grande, magico e misterioso personaggio della storia, tutte le interpreti hanno trovato nello stesso anno l’amore, hanno avuto promozioni, successo o risultati importanti inaspettati. Ecco perché è ambito poter rappresentare Valentina e ogni anno una giuria segreta valuta la donna più meritevole tra una lunga lista di più di duecento domande e nominativi provenienti da tutto il mondo. Si può concorrere ad interpretare il ruolo di Valentina solo un anno nella vita.
Maga o semplicemente Signora rinascimentale del suo tempo, nel modo più completo e nobile, Valentina Visconti ha sempre esercitato un fascino profondo su chi l'accosta per studio o per affetto: o la si ama senza riserve, o non la si può accettare, senza misure.
Altra curiosità misteriosa è che, ogni anno, il 17 di agosto, sulla tomba in marmo di Valentina e Luigi, nella Basilica di Saint Denis, accanto alla Principessa vengono trovate delle rose rosse e dei fiori di borragine, pegno di suoi devoti che mai l’hanno dimenticata.

Hanno scritto di lei: Pierre Bonnet (Abate di Selon), Jean Froissart (Storico della Regina Isabella e quindi detrattore per mestiere), Eustache Déschamps (Cronista e Poeta), Bernardo d'Armagnac (detto Orso, che si mette a disposizione della Duchessa con tutte le sue truppe senza riserve), M. Jarry, Emile Collas, Jean Camus, Luigi Baudoin ed in epoche più recenti gli studiosi del Centro Studi "Principessa Valentina", che vogliono rendere giustizia, nella storia, a questa donna grandissima nell'amore, anche durante la sventura.

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