La Vipera Viscontea e San Silvestro Stampa

Vai alla FotoGallery Valentina>>

vipera visconteaLe origini della famiglia si fanno risalire al X secolo, quando l’Arcivescovo di Milano, Landolfo, concesse loro l’ufficio ereditario di Visconte, da cui il nome. Il primo Signore, riconosciuto dal popolo milanese, fu il Vescovo Ottone, che inserì nello stemma araldico il “Biscione recante nelle fauci un fanciullo”, insegna di un principe arabo da lui sconfitto in duello durante una Crociata.

Di importanza storica furono: Azzone, Marco, Matteo, Luchino, Giovanni, Galeazzo II, Bernabò e Gian Galeazzo, signore di Asti dal 1379, costruttore del Duomo di Milano e della Certosa di Pavia, primo Duca nel 1395.

La figlia primogenita, Valentina, ebbe in dote nuziale la città di Asti e tutte le terre ed i castelli ad essa collegati, con una estensione simile all’attuale Provincia, per il suo matrimonio con il Duca Luigi di Valois e Turenna, fratello del Re di Francia Carlo VI. Valentina, diciottenne, nel suo viaggio nuziale verso Parigi dimorò nella nostra città dal 25 al 30 giugno 1389, nel Palazzo Magno, presso la Chiesa di San Silvestro, stabilendo con gli astesi un legame di affetto e di vita che dura nei secoli.

Oltre a 400.000 fiorini d’oro, Valentina portò con sé in dote, fra l’altro, alcuni pregiati abiti regali con i famosi fermagli a fior di borragine, il suo “Libro d’Ore”, il Rosario a Salterio, l’arpa, la Bibbia, arredi sacri e molti libri nelle cinque lingue che ella conosceva.

L’arma araldica secondo l’Istituto Araldico Nazionale è “d’argento, ad una biscia ondeggiante in palo, verde, coronata d’oro, ingollante un fanciullo ignudo, di carnagione scura, posto in fascia, con le braccia distese”.
Il motto della famiglia è: “A bon droit”, Gian Galeazzo aggiunse il motto: “Verges mit”, Valentina unì ancora: “Cominus et eminus” e “Plus in hault”.

 



La vita di VALENTINA VISCONTI - Domìna di Asti

(Cappi Bentivegna Ferruccia - Bobba - Compendi Historici - Collas - Muratori - Camùs)

Rimasta orfana di madre, fu allevata e educata a Pavia dalla nonna Bianca di Savoia.
Nel 1385 il padre GianGaleazzo, diventato signore di Milano, decise di maritare la figlia a Luigi di Valois, fratello del Re Carlo VI, per rafforzare la sua posizione politica con la Francia. Il 27 gennaio del 1387, con dispensa di Papa Clemente VII, è permesso il matrimonio: la sposa, bella colta e raffinata, parlava 5 lingue, portava in dote la città di Asti, la Contea di Vertus, 450mila fiorini, gioielli per 75mila fiorini e la successione milanese. GianGaleazzo impedì a sua figlia di lasciare Milano, accampando scuse sulla sua giovane età e il rito nuziale fu officiato solamente per procura a Milano l’8 aprile del 1387. In realtà era solamente uno stratagemma per prendere tempo nella speranza che sua moglie Caterina restasse gravida, e da poter così modificare il contratto matrimoniale.


Il 7 settembre 1388, infatti, nacque Giovanni Maria e, mentre si procedeva alla revisione delle clausole nuziali, Valentina fu inviata a raggiungere il marito, il 23 giugno del 1389, sotto scorta di Amedeo V principe d’Acaja, con milletrecento cavalieri a garanzia di un ingente corredo: un anticipo di 200mila fiorini d’oro; monili, pietre, stoffe pregiate; vasellame ed oggetti artistici

in oro, argento, avorio, ambra, corallo, cristallo; raffinati  offizioli; un salterio; un mazzo di Tarocchi; rari e pregiati testi; 150 diamanti; 28 smeraldi; 310 zaffiri; 90 rubini, 7mila perle.


A Torino l’attendeva il cugino paterno Amedeo VII detto il Conte Rosso.
Bertrando Guasco, Governatore della Contea di Vertus, ospitò il corteo in Alessandria e, dopo le tappe di Asti e Chieri, Valentina e i suoi beni furono affidati ai delegati di Luigi. Durante il suo viaggio fece sosta, in Alessandria, Asti e Chieri.


Il matrimonio si celebrò a Melun il 17 agosto del 1389.
La cugina Isabella, figlia di Taddea Visconti e Stefano II di Wittelsbach, intanto aveva sposato Carlo VI futuro re di Francia. Le due cugine coabitarono a Vincennes prima di trasferirsi a Parigi. In questo periodo Valentina ebbe tre figli di cui due morti prematuramente. Anche i primi due figli della cugina Isabella ebbero vita breve.


I lutti dei primi due figli di Isabella di Baviera generarono in Carlo VI la convinzione che sulla sua discendenza incombesse una maledizione, portandolo ad una sindrome maniaco-depressiva non attenuata neppure dalla nascita degli altri figli.


Questo stato psicologico degenerò sempre più e nell’agosto del 1392, Carlo VI fu colto da un delirio omicida: uccise alcuni dei suoi cavalieri, mettendo in fuga il fratello Luigi.
Questo episodio fu utilizzato da Isabella per avviare una campagna di accuse contro la cugina, imputata d’avere tramato e "stregato" il marito nell’intento di delegittimarlo ed assicurare il trono al proprio coniuge.
Intanto nel 1394  a Valentina, nacque Carlo d’Orléans.


Per proteggere la moglie dalla diffusa ostilità e dalla politica francese anti -Viscontea, nel marzo del 1396 Luigi la trasferì ad Asniéres, ove le faceva brevi visite nelle pause di ampliamento del castello di Blois. Durante questo periodo nacquero altri quattro figli: Filippo nel 1396, Giovanni nel 1399, Maria nel 1401 e Margherita nel 1406.


L'allontanamento di Valentina coincise con l'abbandono dell'alleanza con Gian Galeazzo Visconti in cambio di quella franco-fiorentina del 29 settembre 1396.


Da Asnières, Valentina si trasferì a Blois nel 1400. Il marito Luigi trasformò il castello in una vera fortezza, perché la contea era praticamente accerchiata dalle province dei duchi di Borgogna. Nel 1402 il padre GianGaleazzo morì a causa della peste nel ducato milanese, il suo posto fu preso dalla moglie Caterina.
« Essendo mal disposto di senno, e di cervello Carlo VI nell'anno 1391 pretesero il governo del Regno il fratello Luigi, o Lodovico, ch'è l'istesso Duca d'Orliens, e Filippo l'Audace Duca di Borgogna Zio del Re; sopra di ciò nacquero molte gare e contese che ancorché dissimulate rinascevano.»
Le mire sul trono di Francia da parte dei duchi di Borgogna si fecero sempre più pressanti, questo portò ad alcuni anni di lotte e trame per la supremazia del regno.


Quando al duca di Borgogna Filippo l’Ardito, succedette Giovanni l’Impavido, le pressioni si fecero sempre più insistenti. Le prime trame coincisero con il matrimonio del delfino Luigi di Guyenne di 7 anni e la figlia Margherita di Borgogna.


Ma le aperte ostilità sfociarono nel luglio 1405, quando Giovanni sferrò l'attacco a Parigi e i reali furono costretti a abbandonare la capitale per Melun, dove insediarono un governo provvisorio. Il delfino, nel tentativo di raggiungere i genitori, fu preso in ostaggio dal suocero Giovanni. Dopo due mesi, Isabella e Luigi rientrarono a Parigi, ma senza più alcun potere effettivo perché il 26 gennaio 1406 il duca di Borgogna si fece proclamare reggente per il delfino. Il 23 novembre 1407 la regina Isabella partorì l'ultimo suo bambino che morì poche ore dopo. Appresa la notizia, il cognato Luigi si recò in visita a palazzo, ma nei pressi della porta Barbette, l'attendevano i sicari mandati da Giovanni che temeva un’eventuale rivendicazione del regno da parte sua, e lo assassinarono.


L'assassinio del marito precluse a Valentina qualsiasi sviluppo futuro. «Plus ne m’est rien, rien ne m’est plus» fu il motto coniato dalla giovane, vedova e abbandonata, che morì a trentotto anni, il 4 dicembre 1408 lasciando i figli Carlo d’Orléans quattordicenne, sposo della cugina Isabella e futuro padre del re Luigi XII Filippo di dodici anni, Giovanni di otto anni e Margherita di due soli anni.


È sepolta a Parigi, nella Cappella dei Celestini e, trasferita poi, nella Cappella dei Re di Francia in Saint Denis. Queste, le ultime parole della figlia di GianGaleazzo Visconti, ferita dagli intrighi e dai veleni di Corte della Francia del secondo Trecento governata da Carlo VI, la cui tragica follìa le fu imputata come conseguenza di diabolici sortilegi dalla malvagia cugina/cognata Isabella di Baviera e dagli avidi Duchi di Borgogna e Berry .

 

FOTOGALLERY