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Il 27 gennaio del 1387, con dispensa di Papa Clemente VII, è permesso il matrimonio: la sposa, bella colta e raffinata, parlava 5 lingue, portava in dote la città di Asti, la Contea di Vertus, 450mila fiorini, gioielli per 75mila fiorini e la successione milanese. GianGaleazzo impedì a sua figlia di lasciare Milano, accampando scuse sulla sua giovane età e il rito nuziale fu officiato solamente per procura a Milano l’8 aprile del 1387. In realtà era solamente uno stratagemma per prendere tempo nella speranza che sua moglie Caterina restasse gravida, e da poter così modificare il contratto matrimoniale.
Il 7 settembre 1388, infatti, nacque Giovanni Maria e, mentre si procedeva alla revisione delle clausole nuziali, Valentina fu inviata a raggiungere il marito, il 23 giugno del 1389, sotto scorta di Amedeo V principe d’Acaja, con milletrecento cavalieri a garanzia di un ingente corredo: un anticipo di 200mila fiorini d’oro; monili, pietre, stoffe pregiate; vasellame ed oggetti artistici in oro, argento, avorio, ambra, corallo, cristallo; raffinati  offizioli; un salterio; un mazzo di Tarocchi; rari e pregiati testi; 150 diamanti; 28 smeraldi; 310 zaffiri; 90 rubini, 7mila perle.